mercoledì 25 maggio 2011

Dizionario bolognese

A BALUS: molto bene, benissimo. Ormai in disuso, usata soprattutto dai 40/50enni. "Come e' andato quell'affare che avevi intrapreso? A balus, ho concluso io il tutto e mi e' andata di lusso (vedi) !"

affronta: basta". (Vedi anche "tomella") variante: NON C'E' PEZZA: non c'e' niente da fare, non si puo' aggiustare. "Oh quei due non vanno proprio daccordo. Non c'e' pezza!" oppure "Quello scardozzo(vedi) della mia moto non va piu'.. il meccanico ha detto che non c'e' pezza!"
ALLA VECCHIA: abbreviazione di "alla vecchia maniera" ovvero senza pretese, senza fronzoli. "Oh regaz, stasera ci troviamo da me, facciamo un po' di balotta e diciamo a mia madre di cucinare qualcosa alla vecchia".
Altro scignificato: moine, smancerie
ANDAR GIU' DI SPARARDELLO: Si dice di un individuo che non ha peli sulla lingua, cioe' che dice tutto il "Rusco e Brusco"(vedi) in faccia. "Ieri ho litigato con mio marito e ti giuro son andata giu' di sparardello gli ho detto il rusco e brusco di cio' che penso di lui"
ANDARE A RUSCO: e' un modo per mandare a quel paese qualcuno in senso dispregiativo (rusco = pattume) andare
A RUSCO:  vagare in cerca di qualcosa che non vale nulla appunto l'immondizia.
 BACCAGLIARE: parlare a vanvera, oppure parlare molto. "Soccmel se baccaglia lui la', sembra una radio!" oppure " Smettila di fare sti baccagli perchè non ne posso piu' ".
BADILE/I: dicasi mani grandi. "Oh hai visto Morandi che due badili che c'ha...non saran mica due mani.."
BAGAGLIO (anche "zavaglio"): sostantivo che può indicare indifferentemente qualsiasi oggetto (o persona) con accezione negativa. Definisce sinteticamente la condizione di attrezzo inutile il cui unico attributo è quello di possedere un peso senza, nonostante tutto, svolgere correttamente la propria funzione. "Cos'è quel bagaglio lì?" domanderà con aria di superiorità il giovine felsineo additando il vecchio cellulare dell'amico dalle dimensioni di un cabina telefonica; oppure "lui lì e' un gran bagaglio"o ancora "lo butto sto zavaglio qui?o ti serve?
BAGIGIA: Nocciolina americana, arachide. " Oh regaz avete comprato le bagigie per l'ultimo dell'anno?"
BALOTTA: Notevole concentrazione di persone in un dato sito. A volte può indicare anche la propria compagnia di amici. "Gran Balotta c'è stasera" sarà l'affermazione del giovane bolognese constatando la coda kilometrica per entrare al Ruvido...(locale noto per la coda all'ingresso).
BALLOTTINO: imbroglio, (fare i _, barare).
BANDIGA: pranzo conviviale.
BATEDO: letteralmente equivalente alla locuzione "una gran quantità di". Il termine, pur nella sua sinteticità estrema, esprime con disarmante successo l'immagine onomatopeica del tamburellare incessante di qualcosa che si abbatte senza concedere tregua alcuna. "Ho preso un batedo d'acqua!" esclamerà correttamente l'ignaro cicloturista appena rincasato fradicio dopo l'ennesima bizza metereologica di queste mezze stagioni ritornate prepotentemente di moda. Alcuni il "batedo" l'hanno invece riscontrato personalmente nelle risse davanti al famoso locale notturno
BATTELLO: come batedo ma piu' italianizzato
BAZZA: intrallazzo, conoscenza tattica volta all'ingresso in disco (o altro...) senza sottostare a code di ore o allo sconto all'atto dell'acquisto del settimo aperitivo consecutivo al Rosarosae. Con l'aggiunta di GRAN davanti diventa Affare - Sbazzare (scambiare)
BELLA VECCHIO!: tipica espressione per salutare un vecchio amico o amica (VECCHIA) o amici (VEZ).
BEPPE MANIGLIA: Mitico personaggio di Bologna, era possibile tempo fa vederlo in canottiera a dicembre con la neve in piazza Maggiore a suonare per i passanti.. Mitico!!
BEVERONE: Cocktail, bevanda di notevoli dimensioni, "Regaz oggi dal gran caldo, mi son fatto un beverone ghiacciato"
BIASSANOT: (letteralmente mastica notte) nottambulo, colui che fa le ore piccole
BIGA: bicicletta.
BOCCHEGGIARE/BROZZARE: cogliere sul fatto, scoprire qualcuno in situazioni particolari (la maggior parte delle volte quando non si dovrebbe esser scoperti). "Oh regaz l'altro giorno la mia donna mi ha brozzato mentre mandavo sms ad una tipa".
bolognese Matis.
BOMBARDATO: individuo sballato, un po' sfigato, rincoglionito, ma che crede di essere al top.
BONA LE': basta. Locuzione sintetica ma esaustiva per sancire il termine di qualsiasi attività o discussione. "bona lè, riga! non ne voglio mezza!" Affermerà perentoria la fanciulla-bene all'incipiente quarantasettesimo tentativo di "intomellamento" ad opera del maldestro maraglio di turno.
BRAGA: derivazione di braghe, pantaloni. Il termine viene usato per indicare qualsiasi luogo in cui il numero di presenze maschili superi quello femminile. "Oh regaz ma dove mi avete portato? In questa discoteca c'è solo della braga!" cioe' non ci sono donne..
BRESCO: o meglio "essere bresco". Definisce lo stato comatoso conseguente ad abuso di sostanze alcooliche e depone a grande sfavore del soggetto in quanto assolutamente incapace di intendere e di volere. Es.: "Regaz, ieri sera ero troppo bresco" esclamerà il morigerato fanciullo la giornata susseguente ad una bravata con gli amici.
BRISA: La negazione per eccellenza del vero bolognese. E' uguale al NON in italiano ma è molto più potente. Da usare in frasi perentorie (rigorosamente in dialetto) nelle quali non ci sia possibilità di replica da parte
BRONZA: Termine che sta ad indicare una emissione di gas più o meno nociva e/o rumorosa dall'apparato intestinale.
BRUSTULLO o BRUSTULINO/I : Seme di zucca essiccato. "Oh ragaz non comprate i brustulli allo stadio, son vecchi e son secchi, meglio alla Coop".
BULBO: capelli. Il bolognese veramente giovane affermerà al suo amico scapigliato dalla corrente: "con questo vento hai un bulbo che non si affronta!"
BURDIGONE: letteralmente scarafaggio. Il termine indica però anche quelle caramelle nere, in simil-liquirizia, a forma appunto di scarafaggi, che, a volte, ancora si riescono a trovare in alcune vecchie drogherie.
BURIDONE/MALIPPO: casino, bordello, confusione.
BUSONE/A: termine polivalente, comunemente sta ad indicare il gay mentre al femminile descrive una donna con delle vedute sessuali particolarmente "aperte". Può essere però usato anche per descrivere una persona particolarmente fortunata. Il termine viene associato spesso a "Soccia che.. " in questo caso la fortuna e' sfacciata.
BUSSERIA: parola che descrive una rissa o meglio un tafferuglio ... " Soccia ieri sera allo Sporting dei maragli han fatto una gran busseria.. poi e' arrivata la Madama e ha fatto un gran ripulisti" (vedi)
BUSSO: incidente automobilistico. "Oh ieri ho fatto un busso che ho disfatto la macchina!."
BUZZA/BONZA: letteralmente "pancia". Con tale termine si vuole indicare la protuberanza addominale che frequentemente accompagna già in tenera età i giovani bolognesi. Un grande classico è la cosidetta "buzza alcolica", cioè quella dovuta al ripetuto e costante abuso di sostanze alcoliche. "Hai visto che buzza che ha messo insieme a taffiare come un ninino" cioe' visto che pancia che gli e' venuta a forza di mangiare come un maiale..
BRONZA: scorreggia. "Soccia hai mollato una bronza che non si respira."
CAGNETTA: pinza a pappagallo.
CALIFFO: il termine spesso usato per riconoscere ad un determinato soggetto una certa qual abilità spesso riferita al campo femminile, ma non solo. Dire "sei un califfo" è come dire "sei un grande!".Questa valutazione è spesso accompagnata da un aumento di volume della voce dell'autore per un evidente coinvolgimento dei presenti.
CANAPPIA: naso molto prominente e pronunciato. "Soccia che canappia che ha lei li', sembra la befana!"
CARRAMBA: Carabiniere. Si pronuncia con una r sola Caramba.
CARTOLA: tipo giusto, molto fico, di un'altra (vedi). Se si "ha la càrtola" significa che si possiedono tutte le caratteristiche necessarie per fare colpo sull'universo femminile.
CARTONE: vedi "Papagna"
CASSA: Stato mentale in cui non si è particolarmente orientati nel tempo e/o nello spazio. Può essere dovuto all'assunzione di sostanze psicotrope o alcoliche, ma anche ad eccessiva stanchezza. "Oh regaz, ieri sera c'avevo una cassa adosso che mi hanno dovuto portare in branda gli altri perchè io non ce la potevo fare"."Vado a letto perche' ho
una gran cariola" (via la doppia r)
CAVIERA: Cappigliatura molto lunga o abbodante.
CIAPPETTI: si pronuncia con una T sola Ciapetti .. mollette per il bucato.. "Dai passami due ciapetti che stendo le lenzula al sole"
CATRAME: Vedi "Scardozzo"
CIAPPINARO: La pronuncia esatta è Ciapinaro in quanto la doppia "p" viene immolata senza troppi rimorsi sull'altare della corretta cadenza felsinea. Il termine, indica il trafficone tuttofare, colui che svolge attività non soggette a fattura nell’ambito della manutenzione della dimora o dei veicoli.
CIAPPINO: Il termine ha il significato di affare, incombenza da assolvere. "Devo andare a casa che c'ho un ciapino da fare" dirà il bolognese alla sua morosa che vuole propinargli una serata davanti alla tele a vedere per l'ennesima volta "Vi presento Joe Black". Significa anche piccoli lavori domestici.
CICCHETTO: Il cicchetto è un giro di sostanza alcolica al bar. In origine poteva essere il bicchiere di vino, servito nel tradizionale bicchiere di vetro piccolo e spesso 4 cm, adesso può anche essere riferito agli "shorts". Il vero professionista del cicchetto comincia la sua giornata alle 7 della mattina con appunto un cicchetto di stravecchio, rigorosamente a stomaco vuoto..
CINNO: Bambino, ragazzo. Tale termine a volte viene usato, in modo dispregiativo, per impartire, in modo perentorio, un comando ad individui (generalmente più piccoli di età o condizione) di cui si ha scarsa considerazione. femminile (CINNA) si dice anche per indicare una brava ragazza. "Oh ma lo sai che lei liì e' proprio una brava cinna!", plurale (CINNI).
CIOCAPIATTI: Letteralmente "Colui che rompe dei piatti". Più correttamente "cioccapiatti", la doppia "c" non viene pronunciata per esigenze di cadenza. Personaggio sbruffone con la tendenza a parlare molto e concludere poco. Di solito affibiato ad individui che si vantano di particolari prodezze o agganci che in realtà non hanno. "Lui lì è un gran ciocapiatti" affermerà il gentleman bolognese raccontando agli amici le gesta del PR di turno che gli aveva assicurato un entrata a gratis al Matis (e scusate la rima).
CIOCATA: rimprovero, cazziatone. Anche in questo caso la doppia "c" viene elisa per motivi di corretta pronuncia. "Ho preso una ciocàta pazzesca" asserirà correttamente lo studente ripreso e ridicolizzato di fronte alla platea di compagni di corso dal prof che lo ha "sgamato" mentre copiava la soluzione del problema.
CIOZZA: Vedi "Bresco" "Oh ieri sera ho preso una ciozza della Madonna".
CONTADO: Contadino.
CREPA: ha molteplici usi. Tirarare una crepa: Morire. Ho fatto una crepa: Brutta figura. "Hai sentito di quel vecchietto che in centro e' finito sotto l'autobus e ha tirato una crepa?"
CUCCIO: piccolo urto, colpetto, inteso in svariati modi, anche sessuale. "Oh regaz, l'altra sera mentre parcheggiavo ho dato un cuccio al paraurti della macchina". "Oh regaz, l'altra sera avevo una gran tirella (Vedi) e ho dato un un cuccio alla mia donna"
DARE LA MOLLA (O SMOLLARE...): mollare, scaricare. Utilizzato principalmente nel senso di liberarsi della persona con cui si è soliti accompagnarsi. Alla domanda "dove l'hai messa la morosa?" il giovane bolognese che vorrà distinguersi per eleganza e modernità risponderà convenientemente "cioé, le ho dato la molla, mi aveva troppo zagnato i maroni!" (vedi "zagnare") oppure "ho smollato la raga".
DELLA SERIE...: incipit per eccellenza che prelude ad una categoria di cui l'evento che viene commentato si ritiene faccia parte. Fondamentale la "s" sibilante e la "e" molto aperta affinché la locuzione sia effettivamente giovane ed efficace.
dell'interlocutore. "Oh cinno brisa strazzer i maron!". ehi bambino non rompere le scatole
DI LUSSO: si usa specificatamente con davanti "andare" .. in un qualche modo essere fortunati..." Com'e' andato l'esame? Mi e' andata di lusso, mi han chiesto di parlare di argomenti che sapevo!"
DOPO LA PUZZA: (ARRIVARE ): indica arrivare a fatto avvenuto, dopo che ormai le acque si son calmate... "Regaz cos'e' successo? Bisogno di aiuto?" dira' al suo arrivo dopo un tafferuglio sotto le due torri il giovane felsineo.. "Seee oh te arrivi sempre dopo la puzza!!)
EH BEN BEN: espressione tipica bolognese usata in molteplici occasioni sia in positivo che in negativo. "Come stai? risposta: Eh ben ben sta buono va la' ho un mal di testa della madonna!" oppure "Com'era il concerto? risposta Eh ben ben uno spetaccolo mai visto" notare Spetaccolo una t e due c..
ESSERE DI UN'ALTRA (o di prima, o di primissima): sottointeso "categoria" (al maschile è sottointeso "ordine"). Locuzione utilizzata per esprimere entusiasmo e felicità per qualcosa. L'oggetto dell'espressione viene immediatamente posto al di sopra di ogni confronto con oggetti simili ma banalmente e tristemente più scadenti (di ultima).
FAGIANO: persona poco furba, credulona, ingenua. "Oh regaz, lui lì crede proprio a tutto! E' proprio un fagiano!"
FAINA: persona simile al fagiano ma che crede di esser furba, ma che gli altri reputano uno sfigato.."Mi sono schiantato contro il paletto con la macchina.. Sei proprio una faina!"
FANGA: scarpa. Tendenzialmente schivo e scarsamente esibizionista il giovane felsineo apostroferà il suo interlocutore appoggiando un lieve: "ho comprato delle fanghe in centro che sono di un'altra" .
FARE IL PROPRIO NUMERO (non...): locuzione di rimprovero che colpisce la giovane mente bolognese fin dalla più tenera età e che lo accompagna nel corso della sua esistenza pronunciata ora dall'amico di turno ora dalla dolce consorte la quale, prontamente avvedutasi dell'imminente, ricorrente fragorosa digestione del compagno nel corso del pranzo di nozze della sorella, lo apostroferà così: "Non farai mica di nuovo il tuo numero?!"
FAR L'ASINO: vedi fare il proprio numero, il termine puo' essere usato come rimprovero, "Oh la pianti di far l'asino!!" ma anche come complimento " Soccia che simpatico fa sempre l'asino "
FARLOCCO: termine da usare in casi di malfunzionamento di un qualsiasi aggeggio. Il top del farlocco è quando fai un acquisto di cui sei troppo felice e ti accorgi, appena scartato che il tutto non funziona. "Oh regaz, ho comperato un nuovo pc nuovo ma non si collega ad internet, mi sa tanto che è farlocco".
FATTANZA: situazione mentale non molto differente dalla cassa (Vedi). Questo termine è però più indicato nei casi di uso massiccio di sostanze chimiche (Chicche, funghi) oppure di erbe misteriose.
FERRO: I bolognesi usano questo riferimento al noto elemento presente in natura per indicare un veicolo a motore a 2 o 4 ruote. Tipiche situazioni sono quelle che si verificano quando il maraglio (vedi sotto) di turno si presenta al bar davanti agli amici con la "Punto Sporting" ipertaroccata i quali diranno:
"Ma dai! Ma che ferro hai?" (notare la finezza della rima...) oppure "Gran ferro!" oppure "Va mo la che ferro che sfoggi stasera!"
FETTA/FETTE: significato piedi o piede. "Oh ma che fette c'hai? Sembran due pinne!"
FILARINO: fidanzato, spasimante
FIOCCO: bacio. Gergo tipicamente da sbarbo, ma ormai caduto in disuso, ancora in voga fra i veri intenditori dello "slang" bolognese.
FITTONE: paletto, ostacolo, generalmente fisso, ma sono sempre più frequenti quelli mobili, per impedire il passaggio di autoveicoli. Il fittone classico è solitamente di forma fallica. "Oh regaz l'altra sera ho preso contro ad un fittone in parcheggio e ho sfatto la fiancata".
FUNZIA: funziona, funzionare. "Oh regiz, ho riparato la moto adesso si che funzia!"
GAGGIA: mento di notevoli dimensioni e sproporzionato rispetto al resto del viso. Tra gli esempi più famosi citiamo Celìne Dion e Michael Schumacher.
GAGNARE: rubare, fregare. "Dove hai preso quella biga (Vedi)?" "L'ho gagnata in piazza Verdi a un Tunnello (Vedi)"
GEPPO: scarso, maldestro, personaggio di scarso spessore. Aggettivo dispregiativo utilizzato per additare persona sfigata di cui si nutre scarsa considerazione. L'espressione può essere rafforzata ulteriormente da specificazioni peggiorative come nei seguenti esempi: "geppo di ultima".
GHEGA/GNOCCO/TOZZA: colpo, urto, ma può indicare anche un pugno oppure un incidente. "Oh regaz l'altro giorno stavo impezzando una gnocca di prima. Il suo tipo però se ne è accorto e mi ha cacciato una gran ghega in fronte".
GHIGNA: faccia, viso. "Gianni Morandi ha la stessa ghigna di quand'era ragazzo".
GHIGNARE: per il vero bolognese significa ridere. "O regaz l'altra sera siamo andati alla Fiera e ci siam fatti delle gran ghigne!"
GIANDO/GIANDONE/GIANDONAZZO: termine che ha la stessa valenza di "geppo" (cfr.), ma che a differenza di questo deve essere usato con persone di notevole statura e stazza.
GIAZZO: contrazione della parola "ghiaccio". Il termine sta ad indicare una temperatura particolarmente rigida con presenza di pinguini. "Oh regaz, ma che giazzo fa oggi?" Ha un doppio significato "Avere del giazzo in tasca" cioe' avere le tasche vuote..
GIGIONE: ragazzo molto alto con caratteristiche simili al giandone (vedi) o geppo (vedi)
GNICCARE: termine dalla valenza multipla: può indicare un rumore "Oh regaz ho la macchina che gnicca sull'anteriore". oppure può essere usato per indicare una morte improvvisa "Oh regaz l'altro giorno è gniccato mio nonno d'infarto".
GNOLA (FARE LA): espressione da usare in presenza di persone lamentose, querule. "Dai mo Gina, ti porto al cinema, piantala di gnolare!"
GREZZA: gaffe, figura barbina di proporzioni cosmiche.
GROSSO: (FARE IL) : espressione usata per indicare un gradasso, un bullo. "Oh regaz, lui li fa troppo il grosso, prima o poi si becca due schiaffazzi!" La parola viene spesso associata a persona palestrata molto muscolosa. "Soccia lui li' se e' Grosso! chissa' in che palestra va?!"
GUAZZA: per il bolognese DOC il termine indica la brina che, durante le notti felsinee si forma, spesso e volentieri, un po' ovunque. "Oh regaz occhio a tornare a casa col motorino che c'è della guazza".
GUBBIARE: dormire. "Oh regaz, ieri ero a pranzo da mia nonna, ho cacciato una gran taffiata (Vedi), mi è venuta una gran cassa (Vedi) nel pomeriggio, così mi son buttato sul letto e mi son fatto una gran gubbiata".
GUZZARE: ovvero l'atto sessuale propriamente detto, anzi fatto. "Allora com'è andata con quella la'?" "Le ho cacciato una guzzata della Madonna". Il termine però può anche indicare un furto "Regaz mi hanno appena guzzato la macchina!"
IMPALUGARE: allappare, invischiare. Tipico verbo da usare durante gare di Orzoro, pangrattato a cucchiaiate senza bere. Il giovane bolognese che tronfio estrarrà dal suo zainetto il mitico "tortino porretta" o il non meno temibile "buondì classico" (privo dell'effetto lubrificante della marmellata o della copertura di cioccolato) per la merenda si troverà irrimediabilmente impalugato e quindi bisognoso di ettolitri di liquido. "Oh regaz sta merenda impaluga da matti, slungatemi un beverone (vedi)"
IMPITONATA: dicasi di ragazza molto intappata(vedi sotto) appariscente sia negli indumenti che nel trucco. Riferito al pitone. "Oh visto quella tipa com'e' impitonata?"
INFOIATO: il termine indica uno stato mentale in cui un individuo si butta a capofitto in un'azione oppure è particolarmente convinto di riuscire in una impresa. "Oh regaz con quella tipa la mi sto infoiando di brutto"
INGHIPPO: ostacolo,situazione ingarbugliata, problema, grattacapo.
INTAPPO: abbigliamento particolare, look. Utilizzato in modo particolarmente efficace per riferirsi a travestimenti o agghindature finalizzate alla partecipazione a feste a tema (intappo anni '70). L'arrivo di un amico dotato di zampa di elefante e stivaletto in pelle con cerniera laterale verrà convenientemente salutato con un efficacissimo: "meerda, che intappo! Sei troppo di un'altra!". Lo stesso termine può essere esteso alla fanciulla notoriamente tranquilla in vena apparente di trasgressioni presentatasi con un look aggressivo. INTAPPINO : Termine che usano le donne per sottolineare un indumento intimo per far colpo sul fidanzato "Ieri mi son comprata un intappino da urlo"
INTORTARE (da cui il sostantivo "intorto"): circuire, ammansire con discorsi possibilmente lunghi e fastidiosi a fini persuasivi. La pratica dell'intorto è tipicamente attuata dal giovane di tendenza che, sfoggiando camicia "di primissima" ed il dodicesimo calice di frizzantino al dehor del Rosarosae, dà prova di prorompente logorrea alla fanciulla trampolata di turno al fine palese di ottenere favori di natura sessuale. Il risultato comunque è indefinibile! "Lui la' mi ha fatto un'intorto che non finiva piu', una pezza che la meta' basta!"
LA META' BASTA: se basta la meta' figuriamoci l'intero... "Oh lui li' e' talmente maraglio che la meta' basta!"
LESSO: tipo scarsamente sveglio. "Lui lì è un lesso!" esclamerà la sagace fanciulla bolognese additando il giovane di passaggio il quale, la sera precedente, alla visione della suddetta in soli autoreggenti e sandali con tacco vertiginoso, non ha compreso le malcelate intenzioni sessuali della focosa compagna.
LUDRO: personaggio dalle abitudini alimentari particolarmente sregolate (soprattutto nelle porzioni e negli orari), da cui il termine "sludrare". (vedi)
LUMINO: emissione involontaria e accidentale di particelle di saliva dalla bocca. Il lumino compare sempre in momenti topici o importanti tipo quando stai intortando la donna della tua vita oppure durante un esame il cui esito potrebbe cambiarti la medesima e nel bel mezzo della discussione fai il bagno al tuo interlocutore perchè ti è partito il "lumino".
LUSCO E BRUSCO: si dice quando qualcuno dice il bello e il brutto di una vicenda, cioe' non nasconde nulla di un fatto. "Ieri sono andata dal mio capo e gli ho detto il rusco e brusco di cosa non va in quell'ufficio".
MARAGLIO: aggettivo sostantivato utilizzato per identificare ragazzi/e abbastanza grezzi che si mettono in mostra in modo vistoso e cafone. Il giovane della Bologna bene affermerà "che gran maraglio!" indicando platealmente il possessore della Renault 5 turbo con ruote iperlarghe e adesivi sul genere "turbo", "Rabbit", "O'neill" o peggio l'alettone dietro all'Alfa. Il contrario avviene quando il giovane della bologna bene sfodererà il Porsche fiammante dal quale scenderà rigorosamente iperabbronzato con camicia bianca e con occhiali da sole "Rayban" portati anche la sera. In questo caso la domanda più comune tra la gente è: "Ma che maraglio è...?"
MARONI: il termine, foneticamente parlando, rende al meglio il significato di queste rotondità anatomiche maschili di particolare importanza. Senza bisogno di spiegazioni sono le frasi " Ho due maroni così" (sottointeso "grandi": la grandezza viene spesso efficacemente espressa da una gestualità non fraintendibile...) e "mi hai rotto i maroni".
 molto scarso, appunto come la segatura.
MUSTA: termine che sta ad indicare il movimento ripetuto e ad andamento circolare della mandibola e della muscolatura attorno alla bocca dell'incallito consumatore di allucinogeni vari.
Nelle vecchie officine quando si chiamava l'apprendista per pulire una chiazza d'olio si diceva "Cinno sgadezza!" con la segatura si asciugavano le macchie.
NIDI: materiale vario, radunato a casaccio in un cartone o cassetto che non si userà mai. "Oh Cinno, vedi ben sistemare tutti quei nidi che hai nella tua camera, altrimenti te li caccio giù dalla finestra"."Quasi quasi oggi faccio lo spoglio dell'armadio e butto via un sacco di nidi"
NIZZA: prostituta di colore. "Oh ho fatto un giro in via Rigosa (per chi non e' di Bologna, e' una via periferica che collega Zola Predosa a Bologna) era pieno di Nizze" derivante da NIZZO: livido nero.
NOCE: pugno. "Ti caccio una noce" esclamerà il bolognese inveendo contro l'ennesimo "extra" che cerca di pulirgli il vetro al semaforo.
NON C'E' PEZZA: locuzione ermetica che affonda le radici ai tempi di vacche magre in cui le pezze potevano sancire la salvezza di un capo di abbigliamento ormai logoro. Quando "non c'è pezza" significa che non vi è modo di recuperare lo strappo e, per traslato, sottolinea l'ineluttabilità di un evento senza che si possa fare niente per evitarlo o
NON SI AFFRONTA: locuzione atta ad indicare situazioni, immagini e/o persone al limite della gestibilità o comunque sgradevoli a qualunque dei cinque sensi.
NON VOLERNE (PIU') MEZZA: essere saturo di una cosa al punto di non volerne più sentire parlare. Appare evidente il superiore impatto emozionale della locuzione felsinea al confronto del ben più prolisso ed inefficace corrispondente italiano. (Vedi anche "scendere la catena")
PACIUGO/PACIUGARE:Paciugo ha diversi significati, paciugo inteso come pantano, lisciva sull'asfalto, fango..oppure qualcosa che non e' venuta proprio come doveva "Ho fatto un gran paciugo in casa quando ho imbiancato".. "Maledetta pioggia c'e' un paciugo per le scale!!"
Paciugato: diversi significati sia in positivo che in negativo:
"Oggi ho paciugato un po' con i pennelli e ho dipinto un bel quadro" "Quasi quasi mi metto a paciugare con il pc, chissa' che non mi vengano idee per realizzare qualcosa di bello"..
PACCO: questa parola ha diversi significati il primo sta ad indicare l'organo sessuale maschile molto evidente, il secondo sta a signifare una truffa,un tranello o di un oggetto che si presenta non proprio come volevamo "Oh regaz, sto stereo e' un gran pacco! non funzia proprio era meglio il mio vecchio!"
PAGLIA: sigaretta. Tipica l'espressione del galantuomo bolognese il quale, dopo avere sorseggiato il quinto "mohito", si rivolge elegantemente al tavolo accanto al proprio biascicando: "oh, regaz, avete una paglia?".
PALAZZO: palasport. Usata ai tempi del Palasport di Piazza Azzarita, ma ormai usato anche per il Palamalaguti "Oh regaz, domenica tutti al Palazzo! Vien anche mia sorella".
PANNO: coperta (del letto). Viene chiamato a gran voce dal galantuomo bolognese al sopraggiungere dei primi freddi apostrofando così la signora: "Oh, Cesira, tira fuori il panno!".
PANTERONA: si dice di ragazza molto appariscente vestita in modo molto sexy tipo pantera. "Oh regiz, vado in pista e ballo vicino a quella panterona!"
PAPAGNA/CARTONE: Pugno,sberlone,vedi anche ghega/gnocco/tozza. "Oh se non la pianti di far l'asino ti do una papagna che ti faccio girare due ore"
PASSI LUNGHI E BEN DISTESI: ormai in disuso ma sempre efficace, lo dice chi vuole allontanare un individuo prima che succeda qualcosa del tipo rissa..o per interrompere bruscamente una conversazione "Oh tipo vai mo a rusco(vedi) passi lunghi e ben distesi o ti arriva un cartone"
PELANDRONE: il termine, ormai quasi perduto, indica, in maniera insindacabile, lo scansafatiche per eccellenza, quello che ha sempre il culo peso. Le nonne apostofavano così i nipoti scarsamente attivi.
PENNA: termine che viene usato per indicare un bell'esemplare di genere femminile. "Oh regaz quella tipa lì è una gran penna".
PENNICA/PISOLO: pennichella. Indica un riposino dopo mangiato orario pressoche' dalle 13.30 alle 14.30. "Mi son fatto una pennica di tre ore"
per negarlo.
PERRY: dicasi di perizoma spesso sporgente da jeans molto a vita bassa." Oh regaz, fatti lei li che perry che sfoggia!"
PEZZA: sostantivo derivato dal verbo "impezzare" ossia usare la dialettica per chiudere all'angolo un altro individuo contro la sua volontà, il quale, dopo alcune orette sbotterà "cioé, mi stai tirando una pezza allucinante! Cioé, non ti si
PICCAGLIO: anche in questo caso la doppia C viene rimossa per una corretta pronuncia petroniana. Il termine ha molteplici significati: può essere impiegato per indicare la sicura che si abbassa per chiudere la portiera nella macchina, oppure più generalmente un qualsiasi oggetto sporgente che non abbia un particolare nome. Può essere usato anche per indicare un personaggio di cui si ha scarsa considerazione oppure uno sbruffone, in questi caso ha la stessa valenza di "Bagaglio" (Vedi)
PILLA (FRESCA): soldi, denaro. Sostantivo generalmente utilizzato per sottolineare le capacità economiche famigliari che permettono al vitellone di sfilare di fronte al "Calice" sull'ultima spider in compagnia della bionda di turno "merda che ferro! lui lì c'ha della gran pilla!" - "Lui li' ha fatto la fresca con quell'aziendina"
PIOMBA: stato comatoso spesso dovuto all'azione di agenti esterni come droghe o alcool, ma che puo' essere usato per indicare anche uno stato vegetale conseguenza di abbondandti libagioni (classica la "piomba post-pranzo").
PISTOLONE: fesso
PLUMA: avarizia portata ad eccessi di tipo rabbinico. "Oh regaz lui lì c'ha una pluma addosso che spacca!"
PODETTO: attrezzo simile ad una roncola ma con un'accetta nella parte posteriore. Ache utato x indicare una persona di sesso femminile particolarmente "piatta", "l'è la fiola dal podatt, sanza cul e sanza tatt".
POLLEGGIO: riposarsi, stare calmi. Viene utilizzata spesso anche la forma imperativa del verbo in tono intimidatorio per raffreddare i bollori del maraglio di turno che spinge per non fare la coda all'ingresso della disco: "Oh, polleggiati subito!" - "Ieri sera non sono uscito, mi son polleggiato sul divano."
POLO: sinonimo di GIAZZO (Vedi).
PRANA: sinonimo di BRONZA (Vedi).
quello vecchio?" "l'ho sfrombolato giù dalla finestra!"
PRILLINO: ragazza carina, vivace, vestita bene.
SGAMBIRLONA: Termine un tempo usato per definire una ragazza filiforme con gambe spropositatamente lunghe.
"Hai visto che sgambirlona che e' la ragazza di mio fratello?"
RANDA/RANDANELLO: unità di misura della velocità. Indica la possibilità, per un mezzo di locomozione, di raggiungere velocità smodate. "Oh regaz, il mio nuovo FERRO (Vedi) va a randa!"
RAVALDO/RAVALDONE: sinonimo di SCARDOZZO (Vedi).
REGAZ/REGIS/RAGAZUOLI: contrazione della parola "ragazzi". Usato in maniera confidenziale dal giovane petroniano per salutare la sua balotta di amici. "Oh, Bela regaz, siete a posto?".
RIGA: basta, finito. La citazione della linea che determina la fine dell'elenco degli addendi nella somma del verduraio definisce per traslato la fine di ogni attività. Si fa seguire spesso e volentieri a BONA LE'" (Vedi) come rafforzativo.
RIPULISTI: Sgombero sia di cose che di persone .. " Ieri ho fatto un gran ripulisti nella scarpiera"..
RUSCO: pattume, spazzatura. "Cacciala nel rusco!" si sentirà dire il tapino giunto al passo della Raticosa con mezz'oretta di ritardo rispetto agli altri amici dotati di moto ben più moderne e prestazionali. N.b: I bolognesi pensano erroneamente che questo termine sia utilizzato in tutta Italia.
SABADONE: tipo un po' provincialotto, tipico contadino emiliano, un po' ciondolante e goffo, un po' scansafatiche simile al sandrone ma molto piu' contado(vedi)
SALTARE I FOSSI ALLA LUNGA: in sintesi fare passi da giganti, compiere imprese impossibili.. un classico della bolognesita' e' il nonno che dice al nipote "io alla tua eta' saltavo i fossi alla lunga" nel senso che i giovani di oggi sono meno attivi dei giovani di ieri.
SANDRONE: termine molto "vintage", anche questo usato dalle nonne, che davano del "sandrone" al nipote che ne aveva combinata una delle sue. In tempi più moderni il termine viene usato da alcuni per indicare un volgare "cannone".
SASSARE: buttare via in malomodo.
SBAGIUZZA/SGADIZZA: segatura. Il termine però viene anche usato per indicare una cosa da poco, dal valore
SBOCCARE: Indisposizione gastrica con fuoriuscita copiosa di sostanze dalla bocca.
SBORONE: esibizionista, personaggio che si fa notare rumorosamente, privo del benché minimo senso di misura, tatto ed eleganza. La diffusione del malcostume nazional-popolare di stampo catodico tipico di questo periodo storico ci offre continui esempi di "sboroni" che spaziano dagli ostentatori di status simbol (auto, moto, abiti griffati, accessoristica elettronica di vario genere) accomunati dalla caratteristica di avere elevati prezzi senza possederne corrispondenti contenuti, ai più classici autocelebratori di prestazioni sportive, sessuali nonché spacciatori di falsissime amicizie altolocate.
SBROCCARE: perdere la brocca, andar giu' di brocca.. Cioe' andar fuori di testa, arrabbiarsi. "Oh regaz, l'altro giorno la mia tipa e' sbroccata perchè mi sono ingubbiato e non siamo andati al cinema!"
SBROZZO: unità di misura indicante una quantità indicibile di cose o persone. "Oh regaz stasera al Matis c'è uno "sbrozzo" di gente" sentenzierà il giovane felsineo dopo aver osservato la coda di 12 km davanti all'ingresso della disco.
SCADORE: prurito. La frase classica nella quale inserire il termine è: "Oh regaz, non so come mai, ma oggi c'ho un gran scadore".
SCANCHERARE: imprecare, mandare un accidente a qualcuno, manifestazione di insulti pesanti. "Oh regaz, ieri ho sentito lui la' che gli scancherava dietro" il termine dietro viene usato per indicare "alla persona".
SCARACCIO: emissione volontaria di saliva dalla bocca. Lo scaraccio può essere semplice, solo saliva, oppure composto, con aggiunta di catarro e/o sangue, a seconda delle condizioni di salute più o meno gravi dell'individuo.
SCARDOZZO: appellativo che viene solitamente affibiato ad un mezzo di locomozione non proprio all'avanguardia o che, pur essendo all'avanguardia, ha evidenti problemi di funzionamento. "Dove l'hai preso quello scardozzo" dirà il giovane bolognese al maruecas che si presenterà con il suo "nuovissimo" Ciao Piaggio.
SCENDERE LA CATENA: tipica espressione che comunica il disarmo finale nei confronti di qualsivoglia evento al punto da non "volerne più mezza". Le due espressioni si rafforzano spesso in un confronto sintattico che porta il giovane ingegnere alla settima ora di scritto dell'esame di stato ad affermare: "bona lì, riga! mi è scesa la catena: non ne voglio più mezza!". Lo stesso verrà ritrovato poche ore dopo completamente "in cassa" di fronte al pub irlandese...
SCIMITONI: Modo di dire ormai solo x veri intenditori. Usato principalmente dalle nonne durante pranzi con abbondanti libagioni. Al terzo piatto di tagliatelle il giovane bolognese comincerà a chiedere pietà alla nonna e la stessa lo apostroferà così: "Ma dai mangia ancora, non stare mica a far dei SIMITONI", la corretta pronuncia infatti viene ottenuta mediante la S iniziale maledettamente sibilante e l'eliminazione della C.
SCRAMLIZZO: brivido di freddo
SDAZZO: setaccio. Usato bonariamente per indicare una persona un po' matta, matto come uno sdazzo.
SDOZZO: termine che si può usare sia per le persone che per le cose. Nelle persone indica individui non bellissimi, un po' imbranati, oppure bizzarri o ridicoli nell'aspetto. Può servire per descrivere un qualsiasi oggetto che non funzioni a dovere oppure vecchio, superato. "Oh regaz lo scooter di mio padre perde i pezzi da tutte le parti, è proprio uno sdozzo"
SEI FUORI: essere fuori di testa, seguito spesso da: come un balcone, come un coppertone,di brutto, di cotenna,
 accrescitivo: fuorissimo, spesso preceduto da OH MA TE.... indica una persona un po' alticcia, ma anche una frase per mettere in discussione cio' che qualcuno sta cercando di farci credere: "Oh ma cosa stai dicendo? Sei fuoooori??!"
SFROMBOLARE/CACCIARE: gettare via, lanciare. Verbi che ben descrivono gesti plateali e definitivi volti all'eliminazione fisica di qualsiasi oggetto divenuto inutile o comunque sgradito. "Soccia che stereo!" si dirà appena saggiata la potenza sonora dell'ultimissimo ritrovato acustico situato in camera dell'amico "...e che ne hai fatto di
SGHETTO (ANDARE DI): espressione volta all'identificazione di contesti fortunosi che hanno consentito il concretizzarsi di eventi altrimenti improbabili. Tipico l'incipit dello studente universitario nullafacente e vitajolo che, all'ingresso dell'aula dove si tiene l'esame di "scienza delle costruzioni", con la fiata ancora turbata dall'alcool ingerito la notte precedente esclama: "oh raga, se passo questa mi va fatta di sghetto!"
SGODEVOLE: stato fisico mentale tipico di una donna durante la comparsa delle sue cose, ma può essere usato anche al maschile per indicare un personaggio che "non si affronta" (Vedi).
SLUDRARE: verbo che indica un accostamento alimentare quanto meno discutibile "Regaz ieri non avevo sonno così alle 2 di notte mi sono sludrato un salame intero con patatine fritte tocciate nella nutella".
SLUNGARE: Passare, allungare,dare.. si dice per farsi fare un favore subito.. "Oh mi slunghi il giornale solo un attimo che leggo l'oroscopo?"
SMATAFLONE: ceffone, manrovescio. Celebre la frase della nonna: "Oh cinno, se non la smetti di fare il tuo numero ti caccio un smataflone". con l'aggiunta "che ti attacco al muro" ha un effetto abbastanza convincente.
SOCC' MEL/SOCCIA: intercalare dal significato multiplo. Letteralmente significa "succhiamelo", ma è un'esclamazione che non ha alcun riferimento all'atto sessuale e che può essere usata in qualsiasi frangente, per esternare qualsiasi tipo di sentimento. "Socmel che due maroni!" esclamerà il petroniano bloccato nel traffico dei viali alle 5 del pomeriggio.
SOLFANAIO: rigattiere, robivecchi. Termine che deriva dalla "solfa" petulante e ripetitiva col quale il rigattiere faceva sentire la sua presenza per le strade, del tipo "Donne è arrivato l'arrotino!". Il termine si usa per indicare un qualsiasi attrezzo che sia da eliminare per inutilità: "Regaz oggi mi è ciocato il cellulare, è meglio se lo caccio dal solfanaio". Per chi invece raccoglie qualcosa vicino al rusco (vedi) "Oh sei proprio un solfanaio!"
SPANIZZO: persona che si fa notare, che non si tira indietro, che osa in maniera evidente ma comunque degna di ammirazione. L'immagine, per quanto possa sembrare somigliante ad una prima lettura superficiale, differisce sensibilmente da quella dello "sborone" (cfr.) in quanto non comprende l'accezione negativa caratteristica di quest'ultimo. "Oh regaz, l'altro giorno Gino ha fatto lo spanizzo e ha pagato la cena a tutti"..
SPARGUGLIO: confusione, disordine. Da utilizzare soprattutto in situazioni in cui oggetti vengono lasciati a casaccio.
SPIETRATA: termine usato per definire la chiusura di una porta o uno sportello in modo molto forte, violento
SPLENDIDO: fare lo _ (vedi spanizzo)
SPORTA: contenitore una volta in tela grezza, ora in plastica, usato, generalmente, per fare la spesa. Per i maruecas trapiantati: non parlateci di "busta per la spesa"; per noi la busta è quella da lettera e basta!
SQUASSO: unità di misura non precisamente definita, molto simile a sbrozzo (Vedi). Da usare assolutamente in casi in cui si debba gentilmente mandare a quel paese qualcuno.
SQUIZZARE: letteralmente "schiacciare". Il termine va però associato ad azioni specifiche, quelle in cui c'è una precisa fuoriuscita di liquido ad esempio "Oh bela regaz, ieri son stato al Mac, mi sono taffiato un tot di patate e ci ho
squizzato sopra un tubo di maionese: di un'altra!".
STIATTINO: sinonimo di schizzo, stiattinare schizzare.. "mamma ti aiuto a lavare i piatti.. attento a non stiattinare dappertutto che ho appena pulito!!
STRACCIARE: parola dal significato multiplo, ha la stessa valenza di SBOCCARE, indica l'azione di stressare qualcuno "Oh tipo mi stai stracciando le balle, bona le!"; può significare anche passare col rosso ad un semaforo, oppure battere pesantemente qualcuno al gioco.
SUDAZZA: evidente chiazza di sudore sotto l'ascella.. "Accendi il condizionatore! Ho gia' la sudazza!"
SUSANELLO: il termine indica una persona di corporatura grossa, ma non è necessariamente dispregiativo come "giandone" (cfr.)
SVERZURA: stato mentale che comporta una particolare carica o spinta a compiere determinate azioni. La "sverzura" in campo sessuale è un classico.
TABANA: ododre nuseabondo, al limite della sopportazione. Il termine trova applicazione in tutti i casi di ascella pezzata e di notevoli concentrazioni di fumo. "Soccia che tabana!".
TAFFIARE: Letteralmente "mangiare". Può essere usato per indicare un abbondante ingurgitamento di cibo: "Oh regaz ieri sera ho cacciato una taffiata clamorosa"; ma può indicare anche solo un pasto generico "Oh regaz ho fame, andiamo al taffio?".
TAMUGNO: termine usato specialmente in campo gastronomico per indicare cibi indigeribili: "Oh regaz le lasagne di oggi in mensa eran tamugne di brutto".
TIRARE GLI ULTIMI: ultimi intesi come respiro. Termine usato per indicare uno stato di malattia molto avanzato o terminale, dicasi di persona molto malata o barcollante. "Oh regaz, guarda lui li' sembra stia tirando gli ultimi".
TIRELLA: condizione fisica che indica una profonda carica sessuale, nel sesso maschile si identifica con un'erezione.
TIRO: è l'azione di schiacciare il bottone che apre il portone del palazzo. Quando il gentiluomo bolognese si troverà ai piedi del condominio dell'amata suonerà il campanello pronunciando la frase: "Ciao, sono io, mi dai il tiro?"
TOMELLA: si riferisce all'atto di "intomellare" ossia di riversare fiume di parole sul prossimo cercando di convincerlo delle cose più disparate. "Cioé, mi hai fatto una tomella assurda, mollami subito!" Vedi anche "pezza".
TOCCIARE: intingere, fare la scarpetta. Eliminazione della doppia c come da copione "Oh nonna posso tociare il pane nella pentola del ragu'?"
TOCCINO DELL'ACQUA SANTA: acquasantiera. Usato anche per indicare una persona alla quale tutti possono attingere "Mi hai preso x il toccino dell'acqua santa?.
TOTALE/TOT: la totalita' delle cose, viene spesso usato in svariate occasioni, sta ad indicare il molto "Quella tipa mi piace un tot", "Quella moto ha fatto un totale di chilometri".
TUGNINO: tedesco, si sentiva dire spesso a Rimini " Oh ma quanti tugnini ci sono a Rimini?! "
TUNNELLO/TUNNO: individuo originario della fascia del Magreb, trapiantato a Bologna, solitamente dedito allo spaccio di sostanze illecite.
un'esclamazione che non ha alcun riferimento all'atto sessuale e che può essere usata in qualsiasi frangente, per esternare qualsiasi tipo di sentimento. "Socmel che due maroni!" esclamerà il petroniano bloccato nel traffico dei viali alle 5 del pomeriggio.
USTA: termine impiegabile in situazioni difficili, in cui ci sia bisogno di usare intelligenza, oppure astuzia. "Oh regaz quel meccanico lì ha dell'usta: in due minuti mi ha riparato il mio ferro, che non ne voleva sapere mezza di ripartire!".
ZACCOLONA: Donna spesso trasandata, trascura la casa e le faccende domestiche, spesso sporca e trascurata. Che non sa fare i mestieri di casa. "Oh regaz, avete visto che zaccolona la moglie di Ugo? Aveva una casa che ci pianti il basilico".
ZAGNARE: rompere, infastidire. Forma verbale tipicamente utilizzata nella più ampia locuzione "zagnare i maroni" dove l'azione si eleva ad una forma catartica ed universale che colpisce inevitabilmente le parti più intime e sensibili della corporalità maschile, ultimo ed ineluttabile bersaglio delle persone più insopportabili che la vita ci para dinanzi.
ZAGNO: sinonimo di giazzo (vedi).
ZANNETTA:             il bastone usato dalle persone anziane per camminare.
ZAVAGLIO: sinonimo di ravaldo (vedi).
ZDOURA: letteralmente "reggitora o reggitrice". Il termine stava ad indicare, negli anni che furono, la classica donna/padrona di casa factotum della famiglia patriarcale. Ora la zdoura ha il significato più generico di donna un po' attempata, magari una di quelle che ancora piega (a mano) i tortellini alla festa dell'unità, oppure, quelle piene di paillettes, che si trovano nelle balere di liscio.
ZIGARE: piangere. Da usare in riferimento a pianti striduli e petulanti come quelli dei bambini. "Oh quel cinno lì ieri sera non la smetteva mai di zigare, che due maroni mi ha fatto venire su!".

7 commenti:

  1. Bel lavoro, molto godibile e di stile vivace: però la composizione andrebbe un po' rivista: ogni tanto ci son righe fuori posto (taglia e incolla sbagliato?).
    Il solfanaio, però, non prende nome dalla solfa (semmai è il contrario!) ma dal fatto che, un tempo, ripagava in fiammiferi (solfanelli) fatti a mano le cose che gli si davano (e che lui, poi, riciclava e rivendeva).

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  2. Bel lavoro complimenti .... tanti bei ricordi legati a molte di queste parole o sleng .....grazie

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  4. Vedo che si nomina lo 'sparadello' ma non se ne da la definizione. È un termine dell'arte del calzolaio e indica la sporgenza laterale del bordo esterno della suola di cuoio, accoratamente lucidato col brunitoio di bosso. Essere 'fuori dallo sparadello' significava aver oltrepassato di molto i propri limiti.

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  5. la ZANETTA (con una sola N!) era un bastoncino da passeggio, sottile e relativamente corto, quasi sempre in bambù, ebano, rattan o altre essenze esotiche, quasi sempre con pomo di materiale prezioso (avorio, argento, osso o corno) che non veniva affatto usato come appoggio, ma solo come complemento di abbigliamento imprescindibile per gli elegantoni dell'otto/novecento; trae origine dallo spadino settecentesco.

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  6. Ance sui SIMITONI, manca la spiegazione: la pronuncia citata non deriva dal modo di pronunciare bolognese, ma dal proprio significato della parola: il pubblico bolognese, che era allora molto più esperto di musica e di teatro di quanto non lo sia adesso, osservava come le soprano esprimevano le passioni con l'uso di cromatismi vocali: donde l'espressione "fare dei semitoni" intesa come "arzigogolare".

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  7. La BANDÍGA (letteralmente: benedíca) è il tradizionale pranzo che i muratori organizzano quando la casa che stanno costruendo è arrivata al tetto. Da lì il senso di abbondanza e di grande festa

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